Fragola: il colore della cura, della creatività e della trasformazione

A volte, un colore riesce a catturare lo spirito di un momento. Al Refettorio Ambrosiano, il primo a dare vita alla cucina non è stato un tocco di vernice, ma il rosso delle fragole: arrivate in cassette, in tutte le sfumature dell’estate — dal rosa più tenue al rosso intenso, alcune perfettamente mature, altre già un po’ avanti con i giorni.

Era maggio 2015 e la cucina non era ancora del tutto pronta. C’era polvere sul pavimento, le sedie ancora avvolte nella plastica, e i primi ingredienti stavano iniziando ad arrivare. Tra loro lo chef Daniel Humm – reduce da una cena per la James Beard Foundation a Milano – è entrato nello spazio con concentrazione e voglia di mettersi alla prova. 

Quel giorno arrivarono moltissime fragole — forse troppe, e non tutte in condizioni perfette. I pomodori non erano ancora di stagione, ma Daniel pensò subito a una ricetta della madre: il gazpacho. Così prese una decisione sul momento. Fragole al posto dei pomodori, pane raffermo, un tocco di aceto. Una zuppa fresca, colorata, perfetta per la stagione e per il contesto.
«Abbiamo valutato tante idee molto rapidamente», ha raccontato. «Ma alla fine abbiamo deciso sul momento.»

Il risultato era semplice, leggero, e perfettamente in sintonia con ciò che quella cucina poteva offrire. Un gesto che già racchiudeva i valori che avrebbero presto definito ogni Refettorio: usare ciò che si ha, cucinare con intenzione, trovare potenziale dove altri vedono scarto. Come ha detto poi lo stesso Daniel:
«Molti dei grandi piatti della tradizione sono nati così, no? Per necessità. E spesso da quello che era rimasto.»

Qual è il nostro colore preferito?

Il rosso — quello di una fragola recuperata e servita con cura. Il colore dell’estate, della trasformazione, di un nuovo inizio.

Con affetto,
Food for Soul