Sei Anni di impatto culinario: una conversazione con Julien Beauhaire, Co-Direttore del Refettorio Paris
Nel cuore di Parigi, tra le iconiche mura della chiesa della Madeleine, il Refettorio Paris unisce il mondo dell’arte e della gastronomia per portare speranza e gioia a coloro che ne hanno più bisogno.
Il progetto, sotto la leadership di Julien Beauhaire, negli anni è diventato un rifugio per gli individui più vulnerabili, ai quali offre nutrimento non solo per il corpo ma anche per l’anima.
In una chiacchierata esclusiva, Julien condivide con noi il percorso fatto dal Refettorio Paris nell’ultimo anno.
- Nell’ultimo anno il Refettorio Paris ha organizzato vari eventi coinvolgendo artisti esterni, musicisti e chef. Raccontaci di più: perché è stato cruciale coinvolgere la comunità?
D’accordo con la co-direttrice Soizic Marceau, per il Refettorio Paris il 2023 è stato un anno di eccellenza sotto diversi aspetti. Due volte a settimana ospitiamo un chef ospite, spesso con stelle e nomi rinomati come Michel Bras, il team del Ritz con Eugénie Beziat e Jérôme Legras, Romain Meder, Boris Campanella dell’Hôtel de Crillon, Manon Fleury, Guillaume Smagghe dell’Hôtel Bulgari, Amaury Bouhours dell’Hôtel Meurice, Alessandra Montagne, e molti Meilleurs Ouvriers de France (MOF).Perché? Per permettere ai nostri 80 ospiti di sognare attorno a un menu di 5 portate creato con l’aiuto delle nostre due chef – Blandine Paris e Marine Beulaigue – e del nostro apprendista – Ibrahima Diallo. Oltre al cibo, c’è anche la sala: abbiamo ospitato numerosi artisti, iniziando dal nostro fondatore JR, ma anche il violinista Gautier Capuçon, il mago Gus, danzatori della compagnia di Damien Jalet, l’Orchestra da Camera di Parigi e molti musicisti classici, jazz e pop.
In aggiunta, due volte a settimana organizziamo un tea time accompagnato da workshop di arte, teatro e musica – specialmente per i bambini – e visite ai principali musei e teatri di Parigi. Sulla base di queste visite, vengono poi creati dei menù speciali, come il menu di Mark Rothko, il menu secondo il continente esposto al Musée du Quai Branly, o menù medievali con il museo della Conciergerie. - Cosa significa il Refettorio Paris per la comunità locale e perché ha generato una così entusiasta partecipazione? Come pensi che si evolverà in futuro?
L’impatto del Refettorio è molteplice: sui nostri ospiti, volontari, chef ospiti e partner.
È una gioia vedere che la nostra missione di ‘nutrire gli ospiti’ non si riferisce solo al corpo, ma riguarda anche l’anima – la gratitudine degli ospiti è l’aspetto più commovente.
I volontari, quasi 600 attivi nel 2023 – senza i quali non potremmo adempiere alla nostra missione – sono in continuo aumento e vengono formati dalla nostra responsabile Mathilde Besson-Léaud in cucina, nel servizio e nell’accoglienza. Gli chef ospiti accettano con entusiasmo la sfida di preparare un menu di 5 portate in soli 3 ore per 80 persone, senza conoscere in anticipo gli ingredienti!Infine, i nostri partner, che siano produttori alimentari, banche alimentari o di altra natura, mostrano una generosità senza precedenti. Non contenti di donare prodotti o denaro, offrono anche il loro tempo partecipando al servizio!
In futuro, considerato l’aumento del numero di persone in situazione precaria – senza casa, in esilio, studenti – dobbiamo riuscire ad avere standard di servizio sempre più elevati. Le donne e i bambini costituiscono già una parte significativa degli ospiti del Refettorio – quasi il 50% – e devono essere avere la priorità: workshop dedicati durante l’ora del tè, un tour giocoso delle cucine, piccoli regali… - In che modo queste diverse attività hanno contribuito ad aumentare l’impatto del progetto? Sapresti fornirci qualche esempio?
JR ci dice sempre che, a prescindere da quello che accade, dobbiamo riuscire a far sognare gli ospiti: attraverso la cucina gourmet, il servizio, chef ospiti, attenzione all’estetica e all’arte, ecc.
E il risultato è che ogni sera gli ospiti escono sbalorditi. Molte persone sono riuscite a riallacciare i rapporti con i propri figli proprio grazie al momento della cena, i bambini hanno la possibilità di festeggiare il loro compleanno, gli adolescenti mangiano verdure per la prima volta, una donna ha addirittura recuperato così tanta fiducia in sé stessa da partecipare ad un concorso di bellezza! E ancora, scoprono musei e artisti che prima non conoscevano, un ospite ha iniziato a cantare gospel quando ha sentito suonare un famoso violinista ospite della serata, e un altro ha organizzato una cena festosa per celebrare la fine della sua situazione di senzatetto e la sua nuova abitazione. - Dato il successo e l’impatto positivo delle iniziative organizzate, come immagini il futuro e la continua crescita del progetto, e quale messaggio vorresti condividere con coloro che sostengono il Refettorio?
Oggi il Refettorio Paris, sotto la guida della responsabile delle partnership Maud Lecuyer, collabora con quasi 500 associazioni benefiche che indirizzano quotidianamente gli ospiti, e continueremo a fornire ospitalità dedicata e privilegiata a donne e bambini, che rimangono ad oggi il pubblico più vulnerabile.Ci piacerebbe andare al di là delle mura del Refettorio e organizzare cene all’interno dei ristoranti presenti in città, in modo che gli ospiti possano provare l’esperienza e i servizi offerti da un ristorante parigino almeno una volta nella vita. Il nostro modello è alla costante ricerca di nuovi stimoli e spesso è lui stesso modello di ispirazione per gli altri…e deve continuare ad essere così!
L’intero team, a cominciare dai nostri presidenti, Jean-François Rial e Marc Berrebi, è pronto a mettere a disposizione le proprie competenze per assistere nel lancio di nuovi Refettori in tutta la Francia… e anche oltre!