Non tutti i piatti nascono perfetti. A volte nascono da ciò che si ha a disposizione: ingredienti umili, ricordi semplici.
Per Gastón Acurio, padre della cucina contemporanea peruviana, il cibo ha sempre rappresentato rispetto per la biodiversità, tutela degli artigiani, orgoglio per il patrimonio culinario. “Abbiamo cercato di costruire una comunità forte tra chef di tutto il mondo che condividono principi e valori legati al cibo e alla cucina”, ha detto una volta.
Quando Gastón arrivò al Refettorio Ambrosiano, gli ospiti quel giorno erano una sala piena di bambini — ognuno con le proprie radici, le proprie storie, le proprie domande. Chef Acurio ha scelto di cucinare i piatti della sua infanzia: ricette che in Perù mangiano tutti, ricchi e poveri. Per lui era il modo più autentico per aprire una finestra sul suo Paese.
Tra questi c’era un piatto di riso e verdure, accompagnato da una salsa in stile Nikkei e completato da una semplice tortilla — una omelette di uova. Un piatto povero, trasformato in una festa. Uno dei bambini, assaggiando la salsa huancaína, ha esclamato: “Sono nato in Italia, ma questa è la mia identità!” In quell’istante il cibo é diventato appartenenza, la prova che anche gli ingredienti più modesti possono custodire un significato immenso.
Che cosa è successo?
Il potere dell’errore si è trasformato in potere di scoperta — e una sala piena di bambini ha imparato che il cibo è anche ciò che siamo.
Con affetto,
Food for Soul